La Corte Suprema sudcoreana ha confermato oggi la condanna a 20 anni per l’ex presidente Park Geun-hye in un caso di corruzione di alto profilo.
La condanna definitiva arriva dopo un appello presentato dai pubblici ministeri contro una sentenza del luglio scorso che riduceva la pena detentiva. La più alta corte del paese ha mantenuto la sentenza iniziale, inclusa una multa di 18 miliardi di won (15 milioni di dollari).
Park dovrà scontare in totale 22 anni di prigione, includendo anche una pena detentiva di due anni inflitta nel 2018 per ingerenza illegale in un processo di nomina dell’allora partito Saenuri.
Il verdetto finale di oggi ha posto fine a uno dei più grandi scandali politici della storia del paese, tre anni e nove mesi dopo essere stata incriminata per la prima volta per il caso di corruzione.
La Park è stata estromessa dal Cheong Wa Dae nel marzo 2017 a causa del suo coinvolgimento in un massiccio scandalo di abuso di potere e corruzione. È stata accusata di aver cospirato con la suo confidente di lunga data Choi Soon-sil per costringere grandi conglomerati, come Samsung e Lotte, a donare 77,4 miliardi di won a due fondazioni sotto il controllo di Choi.
La Park è stato anche incriminata separatamente l’anno successivo con l’accusa di aver accettato fondi neri per un valore di 3,5 miliardi di won da tre ex capi del National Intelligence Service (NIS) da maggio 2013 a settembre 2016.