“Risky Hardware”: mostra bipersonale di HYUN CHO & NICOLÒ MASIERO SGRINZATTO

Risky Hardware
HYUN CHO & NICOLÒ MASIERO SGRINZATTO
a cura di Riccardo Lisi
15.05 – 25.07.21
Galleria Ramo
Via Borsieri 4/D, Como

Testo di Riccardo Lisi:

Galleria Ramo apre la sua nuova sede a Como, con la doppia esposizione personale di due artisti emergenti: Hyun Cho (Seul, 1982) e Nicolò Masiero Sgrinzatto (Padova, 1992). Gli artisti sono accomunati dall’essere entrambi attualmente in residenza presso Viafarini, a Milano, ma soprattutto – nella specificità delle singole ricerche artistiche – dal mostrare una facilità sorprendente nell’approccio a oggetti e materiali comuni, rielaborati in forma di opera d’arte tramite concettualizzazioni fresche, contemporanee e assieme volutamente rischiose.
La nuova sede di Ramo si compone di due sale espositive; i corpus delle opere presentate da ognuno dei due artisti sono piuttosto compatti e ciò ha determinato l’attribuzione quasi esclusiva delle sale a un singolo artista.

La sala d’ingresso alla galleria ospita principalmente le opere di Hyun Cho, e in particolare opere che sviluppano in modo peculiare pratiche di light art. L’invito presenta, per esempio, la piccola opera neon UP TO 200% OFF, il cui impossibile richiamo pubblicitario (non si può scontare un prezzo più del cento per cento) giunge sghembo sin sulla strada, ai passanti.
Strada che è territorio per antonomasia degli skater, e lo skate sembra veicolo feticcio dell’artista coreana, che in tutte le altre opere esposte impiega sue parti, di solito ricreate in resina colorata e intonsa. Si tratta di assemblaggi precisi e radicali, dove ruote e altre componenti convivono con altri materiali tecnici: segmenti in alluminio affiancati o incrociati e appunto elementi luminosi: strisce led che donano all’opera uno shining giocoso e un po’ vanesio.
Sconfina nell’altra sala l’unica sua opera non luminosa: un moderno bassorilievo dove resina e intonaco tratteggiano l’essenza di uno skate in forma d’opera artistica. Notevole è l’attenzione di Hyun Cho ai colori – nelle tinte e nelle luci led e neon – come anche alle superfici, spesso luccicanti, dei materiali impiegati. Hyun ha scelto di rischiare, creando sculture frutto di unioni inusitate e che si mettono in luce da sole. In esse ritroviamo la disponibilità all’understatement presente, per esempio, nella manga culture e nel k-pop, fenomeno di costume mondiale nato nella sua Corea del Sud.
Queste opere sono una vera espressione del mix culturale provocato nell’artista dall’aver vissuto per molti anni a New York, prima di stabilirsi in Europa. Là ha percepito grande energia e libertà nell’uso degli skate in strada. Rilevante è il suo intento di articolare queste sensazioni e aspirazioni, rielaborando in particolare quelle che sono le sineddochi degli skate, le loro ruote perfette e prive di attrito.

Il giovane artista padovano Nicolò Masiero Sgrinzatto presenta il primo capitolo del progetto Altro giro, altra corsa, serie di opere che nascono da un gioco rischioso – quello dell’autoscontro – reso riproducibile fino all’infinito tramite un’operazione rischiosa e che merita di divenire leggenda. Si può andare liberamente sugli autoscontro solo con un’apposita chiave passepartout in plastica, disponibile solo ai proprietari di luna park.
Queste chiavi hanno dunque un valore specifico elevato, quello del gioco finalmente gratuito, in un mondo dove tutto si paga, soprattutto il divertimento. Per l’artista si tratta di “una metafora dell’incessante conflitto, dello scontro e dell’auto-scontro.”
Le chiavi sono realizzate in forme differenti e interessanti, e l’artista ha pensato di riprodurle – ingrandite di varie volte – in ferro naturale e nichelato. Un amico metalmeccanico presso l’azienda cui pensava di rivolgersi lo ha sconsigliato: il titolare lo avrebbe trattato male, non avrebbe capito l’importanza del concetto artistico. Così si è offerto di realizzarle lui in azienda e di sottrarle – livello per livello (alcune chiavi son composte fino a sette livelli) – nascondendo queste parti metalliche sul suo corpo. Tale azione verrà ricompensata dall’artista con litri di birra artigianale e il complice, in forma anonima, partecipa al vernissage dell’esposizione.
A questo punto l’artista celebra quest’azione arrischiata esponendo, oltre alle otto grandi chiavi metalliche, anche il contratto di baratto ferro-birra e la dichiarazione d’intenti del furto, in formato A4, ma incise al laser su ferro usando il codice binario. Infatti la chiave permette di aprire e chiudere il circuito elettrico dell’autoscontro, dunque opera in modo binario on/off, proprio come le sequenze di 0 e 1 sulle lastre esposte. Infine Masiero Sgrinzatto espone a Como, altri quattro A4 in ferro, contenenti i file pdf del biglietto delle tratte ferroviarie compiute dal suo complice per essere presente, come testimonianza complementare di un conflitto trasfigurato grazie a un’epica artistica attuale e molto pop.